Da un mese il battistrada delle trattative è inequivocabilmente il fronte autonomo sindacale costituito da SAP, SAPPE, SAPAF e CONAPO che si ritrova insieme a SIULP, UGL Polizia di Stato, SAPPE, FNS-CISL Penitenziaria, UGL Polizia Penitenziaria, SAPAF, UGL Corpo Forestale dello Stato, FNS-CISL Forestali, FESIFO, FNS-CISL Vigili del Fuoco, CONAPO, UGL Vigili del Fuoco, COCER Esercito, COCER Aeronautica e COCER Marina.
Tutti gli altri sindacati, che rappresentano un fronte minoritario, sono stati costretti ad inseguire le nostre scelte, nonostante i loro proclami vorrebbero fare intendere il contrario.
Giunti ormai positivamente alla fine delle trattative, vi riassumiamo quindi l'intero iter della vicenda che grazie al SAP ha visto salvaguardati scatti, avanzamenti e assegni di funzione:
23 febbraio: i principali sindacati di Polizia, a partire dal SAP, organizzano ad Arcore un presidio (14 marzo) dopo aver già manifestato due volte davanti alla residenza del Premier.
10 marzo: grazie al lavoro del nostro sindacato, che non hai mai interrotto le trattative col Governo, il Presidente Berlusconi – attraverso il Vice Capo della Polizia Nicola Izzo – si impegna formalmente con i sindacati di Polizia per approvare, nel Consiglio dei Ministri del 23 marzo, un provvedimento utile per salvaguardare assegni di funzione, scatti ed avanzamenti. Responsabilmente, SAP, Siulp e Ugl Polizia decidono di differire di due settimane la manifestazione prevista per il 14 marzo.
14 marzo: il fronte sindacale minoritario scende in piazza ad Arcore e Berlusconi in persona ribadisce loro le stesse cose già annunciate il 10 marzo…
18 marzo: il SAP e i sindacati più responsabili proseguono la trattativa col Governo, mentre altri producono comunicati inutili o annunciano manifestazioni estemporanee. Arriva la convocazione del Sottosegretario Gianni Letta per un incontro a Palazzo Chigi volto a definire i dettagli del provvedimento da adottare nel CdM del 23 marzo.
22 marzo: i sindacati esclusi dalla convocazione a Palazzo Chigi a causa della loro scelta di continuare inutilmente la protesta quando invece era opportuno lavorare per l’interesse dei colleghi ottengono, dopo un lungo inseguimento e corteggiamento, con l’avallo del SAP che ha a cuore la tutela dei colleghi e non le beghe di periferia, di poter partecipare alla riunione a Palazzo Chigi…
23 marzo: i sindacati del fronte minoritario, nonostante gli impegni del Sottosegretario Gianni Letta e dei Ministri Maroni, La Russa ed Alfano, ritengono IMPOSSIBILE che il Consiglio dei Ministri calendarizzi nella riunione prevista il decreto al quale il SAP e i sindacati più responsabili stanno lavorando da settimane, organizzano quindi l'ennesima pittoresca protesta di piazza e nelle prime dichiarazioni alle agenzie stampa (carta canta!!!) annunciano la loro delusione per la mancata (secondo loro) approvazione del decreto da parte del Governo.
23 marzo: il Consiglio dei Ministri approva, come previsto e come il SAP sapeva dal 10 marzo, il decreto che salvaguardia le nostre indennità. Il Governo viene anche incontro alle nostre richieste annunciando il proprio impegno per una rapida presentazione del disegno di legge delega sul Riordino delle carriere e l’avvio entro l’anno dei tavoli della previdenza complementare.
23 marzo: il fronte sindacale minoritario rivendica come proprio il merito di questo decreto, dopo averlo prima osteggiato, poi deriso e quindi sostenuto che MAI sarebbe stato approvato… tutto e il contrario di tutto!!!